Dal 2016 con Arctic Visions
racconto le regioni del circolo polare artico.
LE pubblicazioni
White Finland, il primo volume di Arctic Visions. La Finlandia aspettava solo di essere scoperta e io avevo la necessità di conoscerne ogni suo angolo più remoto. Davanti ai miei occhi solamente un gigante foglio bianco. Ho scoperto il bianco della neve soffice, il bianco della tormenta gelida, il bianco del cielo coperto, il bianco dei sentieri ghiacciati e il bianco della taiga sconfinata. Quanti bianchi ci sono ancora nell’artico. E chissà quanti bianchi ancora dovrò scoprire.
Fotografia di Isacco Emiliani - Testi e Editing di Alex Liverani
Prehistoric Norway, il secondo volume di Arctic Visions. Un viaggio nel tempo. Dalle luci dorate del mattino che mostrano il volto desolato e primordiale di una terra antica e inospitale, fino al sorgere di luna, e poi ancora, nel cuore della notte dove la forza primitiva dell’aurora boreale, immensa nella sua vastità, rende superflua la presenza dell’uomo. Resto lì, sento il respiro della terra.
Fotografia di Isacco Emiliani - Testi di Ivan Tabanelli
Sono stato ospitato dagli Inupiaq, gli inuit che da sempre abitano questo territorio, e ho potuto vedere con i miei le occhi le nuove e difficili sfide che hanno di fronte su un territorio che, oggi come mai prima nella storia, è profondamente minacciato. In primo piano, al loro fianco, i grandi predatori dell’artico, gli orsi polari, maestosi mammiferi che si sono evoluti per prosperare nel clima più feroce sulla terra, oggi stanno lottando per sopravviverci. Native Alaska, parla proprio di questo, facendo parallelismi, creando connessioni tra questi due mondi. Storie parallele indissolubilmente legate.
Fotografia di Isacco Emiliani - Testi di Ivan Tabanelli - Editing di Alex Liverani
No Mans Land, il quarto volume di Arctic Visions racconta la dimensione umana delle isole Svalbard. Qui, dove i contrasti esplodono, una sola cittadina dalle case colorate costruite sul permafrost che si immergono nell’ora blu come una riscoperta Atlantide in fondo al mare.
È il crepuscolo. Götterdämmerung, la fine degli dei, nella mitologia nordica.
Chi vive qui vive in bilico, vive senza sapere che succederà il giorno dopo, vive con la consapevolezza che qui – di sicuro – non ci resterà per sempre.
Qui l’uomo vive sospeso. Sospeso in questa alternanza di luci e ombre talmente radenti al cuore da non generare contrasti.
Fotografia e Editing di Isacco Emiliani - Testi di Riccardo Astolfi
Intervista a Cheshtaa – Microbiologa marina
Oggi le Isole Svalbard sono il luogo dei contrasti e dei compromessi, delle apparenze e della fredda realtà.
Intervista a Ben di Polar Permaculture alle isole Svalbard.
Lui è Benjamin L. Vidmar, un cuoco americano trasferitosi 12 anni fa alle Isole Svalbard. Dalla Florida: un excursus termico di almeno 50 gradi centigradi che ha colmato con il caldo del suo cuore.